Si è svolto questo pomeriggio a Palazzo Arnone il primo incontro dell’edizione 2018 del Premio Sila ’49.
A dare il via alla settima edizione della rassegna, il dialogo fra la vincitrice della sezione Economia e Società, Donatella Di Cesare che con “Stranieri residenti” opera un’importante e necessaria decostruzione dei miti inerenti al fenomeno migratorio (dallo ius sanguinis, alla cittadinanza intesa come proprietà del territorio nazionale) e Mimmo Lucano, già sindaco di Riace, conosciuto in tutto il mondo per il modello di accoglienza dei richiedenti asilo realizzato nel piccolo paese della Calabria, arrestato il 2 ottobre scorso per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Un incontro perfetto fra una mente lucida, come quella della Di Cesare (“Noi non possediamo i luoghi che abitiamo. Abitare non ha niente a che fare con il verbo avere – ha detto fra l’altro la vincitrice della sezione Economia e Società – ha a che fare con il verbo essere.”) e il cuore aperto di Mimmo Lucano che nel corso del dibattito ha più volte posto l’accento non soltanto sulla necessità di un fare integrazione e promuovere l’inclusione dei migranti, ma soprattutto sulla bellezza di un’operazione del genere (“Far convivere le culture, le religioni, le persone diverse non solo è possibile – ha detto Lucano – è soprattutto bello”.)