È la scrittrice pugliese Antonella Lattanzi ad aggiudicarsi il Premio Letteratura della 6a edizione del Premio Sila ’49.

Motivazione: “Una storia nera di Antonella Lattanzi è un romanzo intenso e sorprendente, che conferma la qualità rara della prosa di questa scrittrice ancora giovane, ma ormai capace di conseguire risultati sempre più maturi e consapevoli. Notevole è la capacità dell’autrice, in quest’ultimo romanzo, di sfruttare gli espedienti narrativi del noir e del mistero senza per questo piegarsi alle regole della narrativa di genere. “Una storia nera”, infatti, è un libro imperniato su un mistero, ma nello stesso tempo è un’impietosa anatomia della famiglia e delle sue forme segrete di violenza, la denuncia di un’ipocrisia che contagia e paralizza un’intera società, un’indagine serrata sul rapporto accidentato tra le parole e le cose.”

Allo storico Angelo d’Orsi, per la sua biografia “Gramsci”, e all’antropologo Vito Teti, per il suo saggio “Quel che resta”, va ex aequo il Premio Economia e Società.

Motivazione per Angelo d’Orsi: “Angelo D’Orsi che ha lungamente frequentato le opere e le vicende politiche di Antonio Gramsci, a 80 anni dalla morte ci consegna il frutto più importante dei suoi studi con una biografia destinata ad arricchire il complesso profilo del grande pensatore sardo. Merito non secondario di questa opera, che si aggiunge alla letteratura ormai sterminata su Gramsci, è di tenere in sapiente equilibrio le vicende biografiche del personaggio, osservato talora nelle sue pieghe più intime e la formazione ed evoluzione del suo pensiero, che indaga e illumina la propria drammatica epoca con gli strumenti teorici del rivoluzionario.”

Motivazione per Vito Teti: “Il libro di Vito Teti è il denso, coltissimo e appassionato manifesto di un altro modo di intendere il rapporto tra passato e presente, tra centro e periferie, tra comunità locali e Stato, tra Mezzogiorno e nazione italiana. È un libro urgente: politico nel senso più alto e più letterale, perché è un libro che forgia strumenti nuovi per ripensare la città e la comunità. È anche un testo profondamente poetico, una sorta di celebrazione del valore costruttivo della nostalgia. Ha scritto Platone che «il passato è come una divinità che, quando è presente tra gli uomini, salva tutto ciò che esiste». Ecco, il libro di Vito Teti ci spiega come questo può ancora accadere.”

Venerdì 24 novembre, alle 17, Angelo d’Orsi parlerà del suo libro con Ida Dominijanni. A seguire, alle 18, Vito Teti dialogherà con Tomaso Montanari.

A John Dickie, accademico e storico britannico, va il riconoscimento Sguardo da lontano per il suo volume “Una catastrofe patriottica. 1908: il terremoto di Messina.”

Motivazione: “Il terremoto che il 28 dicembre 1908 colpì le coste dello Stretto di Messina è probabilmente la peggiore catastrofe naturale nella storia della penisola italiana. Il terribile evento fu seguito da una mobilitazione straordinaria di solidarietà da tutte le parti del paese. Mentre il ‘terremoto di Messina e Reggio’ è stato ampiamente studiato dalla storiografia italiana, lo sguardo da lontano chi vi getta lo storico britannico John Dickie in Una catastrofe patriottica. 1908: il terremoto di Messina ne svela i caratteri inattesi, di costruzione della allora giovanissima identità nazionale e del patriottismo pan-italiano.”

Il Premio speciale alla carriera, conferito nel 2016 allo storico e professore di Storia delle culture europee Carlo Ginzburg, è attribuito in questa edizione a Gustavo Zagrebelsky, giurista, professore emerito di Diritto Costituzionale all’Università di Torino e presidente della Corte Costituzionale nel 2004. Collabora con il quotidiano La Repubblica. Il suo nuovo libro è Il legno storto della giustizia (con Gherardo Colombo, Garzanti, in uscita il 16 novembre).

Motivazione: “Tra i massimi giuristi italiani, insigne costituzionalista e presidente emerito della Corte Costituzionale, Gustavo Zagrebelsky è un protagonista del discorso pubblico italiano, una delle pochissime voci che riescono a coniugare il rigore della ricerca e la determinazione a schierarsi contro il potere e i suoi abusi. Nel suo pensiero le ragioni del diritto sono indissolubilmente legate a quelle dell’umanità: ed ogni suo libro è un nutrimento prezioso per l’umanità di noi tutti.”