Leonardo Colombati con “1960” (Mondadori) vince il Premio Letteratura.
“Contaminando in ogni sua pagina il vero e il verosimile, 1960 di Leonardo Colombati è un tributo originale e sorprendente alla grande tradizione del romanzo storico. Con immensa erudizione e perfida ironia, Colombati ci guida nei meandri di un potere che è sempre occulto, anche e a maggior ragione se non ha nulla di vero da nascondere. Ne emerge un ritratto della nostra società di rara perspicacia antropologica e politica, sempre in bilico tra il comico e il tragico. La Roma del 1960 descritta da Colombati, si potrebbe dire in sintesi, è un labirinto da cui nessuno può dirsi sicuro di essere uscito”.
Chiara Saraceno con “Il lavoro non basta. La povertà in Europa negli anni della crisi” (Feltrinelli) vince il Premio Economia e Società.
“Il libro tratta un tema frequente nelle ricerche di questa sociologa della famiglia: la povertà e la diseguaglianza, dalla quale la prima spesso discende. Saraceno coglie con indignazione civile alcuni elementi di novità nel tempo che viviamo rispetto al tempo passato, nel quale nasceva e cresceva la protezione sociale, e lo fa sia attraverso rigorose analisi, anche empiriche, sia ricorrendo alla memoria individuale e collettiva della sua generazione. La novità principale è che il lavoro non basta per uscire dalla povertà. Se l’ingresso nel lavoro diviene sempre di più realtà oppressiva e vessatoria, allora non può che ridursi la speranza e diffondersi l’insicurezza, individuale e collettiva. Per uscirne occorrono politiche inclusive e l’autrice ne indica alcune pienamente fattibili”.
Jason Pine con “Napoli sotto traccia. Camorra, «zona grigia» e arte di arrangiarsi. Musica neomelodica e marginalità sociale” – traduzione di Valentina Jacoponi (Donzelli) vince il Premio Speciale “Sguardo da lontano”.
“Napoli sotto traccia di Jason Pine è frutto dell’etnografia al suo meglio. In dieci anni di osservazione partecipata della scena neomelodica napoletana – un demi-monde sospeso tra la criminalità organizzata (la camorra) e la vita ordinaria dei quartieri popolari – Pine ne ha esplorato la quotidiana “arte di arrangiarsi” (il titolo dell’originale americano è, infatti, The Art of Making Do in Naples). Ne è venuto fuori un libro di affascinante lettura e di una fresca originalità interpretativa: laddove, chi ha guardato da vicino (come, ad esempio, Roberto Saviano) ha visto l’opposizione binaria tra il legale e l’illegale o, al massimo, l’esotismo pittoresco di un Gigi D’Alessio, Pine, guardando da lontano, vede una vasta zona grigia di una economia sommersa in cui si mescolano l’arte e la vita”.
Premio Speciale alla carriera a Stefano Rodotà che venerdì 20 novembre a Palazzo Arnone ha tenuto una Lectio Magistralis dal titolo “La vita nella Rete”.
“Il Premio alla Carriera a Stefano Rodotà è il riconoscimento al giurista dei diritti costituzionali fondamentali e al giurista pioniere innovativo quando affronta i temi come quelli dell’informazione nel tempo dell’elettronica, la bioetica, la privacy. La passione per la ricerca scientifica è sempre coniugata con quella per la politica e quindi sempre in prima fila nella difesa dei diritti individuali e nella tutela di interessi diffusi. Stefano Rodotà ha interpretato, anche con ruoli istituzionali, e sempre in maniera autorevole, il diritto del nostro tempo con un pensiero lucido e coerente, nutrito da un forte senso dello Stato ma mai accomodante, anzi, talvolta controcorrente. Un percorso di impegno politico e culturale che si incrocia bene con la linea del Premio Sila ’49”.