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Premio Sila ’49: annunciata la Decina 2025Featured

Cosenza si conferma ancora una volta crocevia di cultura e letteratura con il Premio Sila ’49, uno dei riconoscimenti più prestigiosi del panorama editoriale italiano. Questa mattina, nella sede della Fondazione Premio Sila, nel cuore del centro storico della città, è stata annunciata la Decina 2025 ovvero i dieci libri finalisti della tredicesima edizione.

Ad accogliere un pubblico composto da giornalisti, appassionati di lettura e rappresentanti del mondo culturale locale e nazionale sono stati il presidente della Fondazione, Enzo Paolini, la direttrice del Premio, Gemma Cestari, e i giurati Valerio Magrelli, Emanuele Trevi e Nicola Lagioia (quest’ultimi collegati via web).

I dieci titoli finalisti

decina 2025La rosa dei dieci libri scelti include opere di grande spessore narrativo e saggistico che rappresentano un viaggio attraverso storie, idee e riflessioni sull’Italia contemporanea: Nicoletta Verna, “I giorni di vetro” (Einaudi); Sandro Veronesi, “Settembre nero” (La nave di Teseo); Emanuela Anechoum, “Tangerinn” (Ediz. E/O); Diego De Silva, “I titoli di coda di una vita insieme” (Einaudi); Pierpaolo Di Mino, “Lo splendore” (Laurana); Andrea Piva, “La ragazza eterna” (Bompiani); Linda Ferri, “Il nostro regno” (Feltrinelli); Marco Lodoli, “Tanto poco” (Einaudi); Giulia Corsalini, “La condizione della memoria” (Guanda) e Marco Ferrante, “Ritorno in Puglia” (Bompiani).

Un lavoro complesso per una selezione prestigiosa

Durante la conferenza stampa, il presidente Enzo Paolini ha sottolineato il valore culturale e simbolico del Premio Sila e si è detto molto soddisfatto della presentazione. «Oggi è stata una magnifica occasione perché Valerio Magrelli, Nicola Lagioia ed Emanuele Trevi hanno presentato i dieci libri selezionati per questa edizione. Hanno ingolosito tutti quanti gli ascoltatori e i lettori, me per primo. A leggere questi straordinari affreschi di romanzi che abbracciano tanti aspetti della nostra vita quotidiana e della nostra storia».

La direttrice Gemma Cestari ha evidenziato la difficoltà del lavoro svolto dalla giuria e la varietà della Decina 2025: «Siamo molto soddisfatti della decina selezionata. È una rosa che tiene insieme tante voci interessanti dell’Italia contemporanea. Dieci libri straordinari che arrivano dopo un lavoro intenso e approfondito da parte dei giurati. Abbiamo autori esordienti e autori consolidati: grande letteratura ma con una varietà che quest’anno è proprio evidente».

Valerio Magrelli ha aggiunto che “la selezione è stata un percorso affascinante ma complesso”, mentre Emanuele Trevi ha parlato di “un’edizione che si distingue per la ricchezza delle proposte letterarie”. Nicola Lagioia ha infine definito il Premio Sila come “un’occasione importante per riflettere sulla letteratura italiana in dialogo con i grandi temi sociali ed esistenziali”.

Il valore storico e culturale del Premio Sila ’49

Nato nel 1949 come uno dei primi premi letterari italiani dedicati alla narrativa e alla saggistica impegnata socialmente e politicamente, il Premio Sila è tornato a nuova vita dal 2010 grazie al lavoro appassionato della Fondazione Premio Sila. Oggi rappresenta non solo un riconoscimento per gli autori ma anche un momento di incontro tra lettori e scrittori in una città come Cosenza che si propone come capitale culturale del Sud Italia.

La scelta dei dieci finalisti è stata resa ancor più significativa dal contesto storico in cui il Premio opera: quello di un’Italia che cerca nella cultura risposte alle sfide contemporanee. I libri selezionati spaziano tra generi diversi ma condividono l’intento di interrogare la realtà con profondità e originalità.

Prossimi appuntamenti

Con l’annuncio dei dieci finalisti si apre ora una fase cruciale del Premio: nei prossimi mesi, gli autori presenteranno le loro opere al pubblico attraverso una serie di incontri organizzati dalla Fondazione. Successivamente sarà compito della giuria ridurre la rosa a cinque titoli. Da questa ulteriore selezione emergerà il vincitore finale che sarà premiato durante una manifestazione pubblica destinata a coinvolgere l’intera città.

Il Premio Sila ’49 si conferma così non solo un riconoscimento letterario ma anche un’occasione per promuovere il dialogo culturale e rafforzare il legame tra letteratura e società civile. Come ha concluso Enzo Paolini: “Leggere questi libri significa riflettere su chi siamo oggi e su chi vogliamo essere domani”.

Le opere della Decina 2025

La selezione del Premio Sila ’49 offre uno spaccato variegato della letteratura italiana, dove ogni autore traccia un percorso unico. Ne hanno ripercorso i tratti distintivi i tre giurati presenti alla conferenza stampa. In “I giorni di vetro” (Einaudi), Nicoletta Verna cattura l’attenzione con “una scrittura avvincente, capace di tenere il lettore incollato alla pagina”, come sottolinea Nicola Lagioia. Sandro Veronesi, in “Settembre nero” (La nave di Teseo), crea un’opera che Valerio Magrelli definisce “un libro intarsiato con cura e amore, ma coronato da una tragica esplosione”.

Il viaggio prosegue con “Tangerinn” (Ediz. E/O) di Emanuela Anechoum, dove Emanuele Trevi riconosce “un archetipo narrativo classico – il ritorno alle radici – ma lo fa con una tale freschezza e originalità”. Diego De Silva, in “Titoli di coda di una vita insieme” (Einaudi), esplora la separazione e le realtà divergenti, come evidenziato da Trevi.

“Lo splendore” (Laurana) di Pierpaolo Di Mino si distingue per “un linguaggio che si distacca dalle mode del momento”, secondo Trevi, mentre “La ragazza eterna” (Bompiani) di Andrea Piva, per Lagioia, “evoca temi universali come Eros e Thanatos”. Due narrazioni che esplorano la realtà da prospettive diverse.

Linda Ferri, con “Il nostro regno” (Feltrinelli), crea “un’opera di alta letteratura”, dove “la reciprocità tra i personaggi ha un’energia narrativa potente”, come afferma Trevi. Marco Lodoli, in “Tanto poco” (Einaudi), offre un romanzo che Magrelli descrive come “un romanzo che si muove su un fondo costante di sofferenza e pietà cristiana”.

Infine, Giulia Corsalini, con “La condizione della memoria” (Guanda), tesse “un continuo travaso tra presente e passato”, secondo Magrelli, mentre Marco Ferrante, in “Ritorno in Puglia” (Bompiani), racconta “una saga familiare avvincente”, con “le contraddizioni tipiche di una famiglia borghese”, come sottolinea Lagioia.

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Decina 2025. L’11 marzo conosceremo i libri e i loro autoriFeatured

In un’epoca in cui il dibattito culturale assume dimensioni sempre più globali, il Premio Sila ’49 continua a rappresentare un punto di eccellenza e di rinnovamento. La Fondazione Premio Sila, promotrice del primo riconoscimento letterario nato nel Mezzogiorno, organizza la conferenza stampa di presentazione della Decina 2025 per martedì 11 marzo alle ore 12 presso la sede della Fondazione, nel cuore del centro storico di Cosenza. Così, anche quest’anno, potremo finalmente conoscere autori e titoli che si contenderanno il prestigioso Premio.

Trasmesso anche in diretta, sulla pagina Facebook del Premio Sila ’49, l’evento vede la partecipazione del presidente Enzo Paolini e della direttrice Gemma Cestari, a confermare la profonda attenzione verso la qualità e la rilevanza delle opere in gara. In collegamento web, ci saranno anche i giurati Valerio Magrelli, Emanuele Trevi e Nicola Lagioia per raccontare del loro prezioso contributo al processo di selezione e scelta dei dieci libri.

La conferenza stampa di martedì prossimo segna l’inizio di una serie di incontri che, attraverso il confronto diretto con gli autori, daranno luce alle opere in competizione e formeranno la rosa dei cinque finalisti, preludio alla tanto attesa premiazione finale che coinvolgerà l’intera città di Cosenza.

La missione della Fondazione Premio Sila ’49, che dal 2010 si impegna a promuovere il dialogo culturale e a rinnovare la tradizione del Premio, si riafferma in questo appuntamento come un momento imprescindibile per l’economia letteraria e la valorizzazione del patrimonio culturale del Mezzogiorno e dell’Italia.

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Si è concluso il weekend letterario dedicato al Premio Sila ’49Featured

“Ho partecipato a migliaia di letture di poesie, ma credo che questa giornata la ricorderò per tanto, tanto tempo…”. Le parole della poetessa Vivian Lamarque al termine della cerimonia di premiazione o suggellano l’esperienza emozionale che ha caratterizzato tutti gli eventi della dodicesima edizione del Premio Sila ’49.

Andrea Rinaldo e la crisi climatica

Il weekend letterario ha esordito venerdì 21, alla Villa Vecchia di Cosenza, quando il giornalista Paride Leporace e l’ingegner Massimo Veltri, giurato del Premio Sila, hanno incontrato lo scienziato Andrea Rinaldo, vincitore del Sila, sezione Economia e Società, e conversato con lui di sostenibilità e politiche ambientali, e del suo libro, “Il governo dell’acqua. Ambiente naturale e ambiente ricostruito” (Marsilio editore). “Sono veramente felice di essere qui e di aver ricevuto il premio – ha dichiarato Andrea Rinaldo. La motivazione che hanno scelto, mi onora. La speranza è sempre quella di cercare di comunicare questo senso di urgenza che abbiamo sulla crisi climatica, non riusciamo a incidere veramente. Il problema è veramente grave e veramente urgente”. E sui cosiddetti negazionisti del cambiamento climatico ha aggiunto: “Ho sentito con le mie orecchie, persone autorevoli, anche esponenti del governo, dire che non sono convinti che l’origine di questo riscaldamento globale sia di origine entropica, il che, francamente, fa ridere. E con buona pace dei sovranisti di tutto il mondo, italiani e non, il problema non può essere risolto né in Italia né in Europa, è un problema globale”.

Lectio Magistralis e gala di premiazione

Sabato 22, il maestoso Palazzo Arnone, sede della Galleria Nazionale di Cosenza, è stata sede di un doppio appuntamento emozionante. Al mattino, il Premio Sila alla Carriera, la poetessa Vivian Lamarque ha tenuto una lectio magistralis sul tema a lei più caro “Che cosa è la poesia (secondo Vivian Lamarque)”. E nel pomeriggio, la giornalista e scrittrice Ritanna Armeni ha condotto la cerimonia di premiazione del Sila. Passerella per i vincitori, Viola Ardone (in collegamento via web), Andrea Rinaldo e Vivian Lamarque, davanti a un’entusiasta e numerosa cornice di pubblico. In un pomeriggio di gala che ha saputo uscire dai suoi binari consueti grazie alle letture di alcune poesie di Vivian Lamarque, in cui si sono impegnati, oltre alla stessa autrice, i giurati del Premio, Valerio Magrelli ed Emanuele Trevi, e anche l’artista Gianni Dessì, autore del manifesto ufficiale di questa edizione 2024. “Un gala di premiazione davvero sui generis – ha affermato soddisfatta la direttrice del Premio Gemma Cestari – perché grazie alla verve di Ritanna Armeni e al genio incontrollabile di Vivian Lamarque, c’è stato un improvvisato reading di poesie stupefacente e molto emozionante che ha saputo coinvolgere tutti. In primis, la Lamarque che al termine della cerimonia ci ha ringraziato per questa bellissima esperienza”.

A Camigliatello con Emanuele Trevi

Ieri, ultimo atto del weekend letterario, a Camigliatello Silano, nella sede della Fondazione Premio Sila, Cenacolo Faust D’Andrea, dove il presidente della Fondazione, l’avvocato Enzo Paolini, ha conversato del libro, “La casa del mago”, con l’autore, Emanuele Trevi, critico letterario, scrittore e giurato del Premio Sila. “Oggi – ha detto Paolini – Emanuele Trevi ha dato la prova con questo viaggio nella casa del padre – la “casa del mago” che dà il titolo al libro – che il papà è stato un grande psicanalista del ‘900 e che ha lasciato in lui le tracce della fantastica avventura che si può realizzare nella mente”.

Le dichiarazioni del Presidente Enzo Paolini

Molto felice, il presidente della Fondazione Premio Sila, Enzo Paolini, ha tracciato un bilancio di questo weekend letterario: “Si chiude questa tre giorni bellissima che abbiamo iniziato con Andrea Rinaldo e col suo governo delle Acque, uno straordinario saggio sulla diminuzione e sull’attenuazione delle disuguaglianze attraverso l’equa distribuzione delle risorse naturali, in particolare quelle idriche. Poi abbiamo, come un’alchimia, messo insieme la scienza con la poesia e quindi le suggestioni di Vivian Lamarque che ieri hanno affascinato tutti i convenuti, soprattutto i ragazzi che parlano un linguaggio diverso ma evidentemente è lo stesso linguaggio che proviene dall’arte, attraverso altri segni, altre capacità e altre attitudini, ma l’arte è sempre universale”.

“Questa dodicesima edizione del Premio Sila – ha dichiarato Paolini – è stata, non è un modo di dire, un’edizione speciale per la tipologia degli ospiti. Abbiamo avuto non solo una scrittrice di bestseller come Viola Ardone – autrice di un romanzo straordinario che attraversa la mente di una bambina nata in un manicomio e quindi richiama tante suggestioni – ma la presenza contemporanea di una poetessa come Vivian Lamarque e di un grande scienziato come Andrea Rinaldo. E senza che avessimo preordinato tutto ciò, queste tre figure hanno simboleggiato come la cultura umanistica e la cultura scientifica devono coesistere per arricchire non solo le nostre vite, ma per dare suggestioni e impulsi di cambiamento al mondo. Un mondo che così com’è evidentemente non va. Non solo per le cose che avvengono, le guerre, i disastri ambientali, ma anche per la vita di tutti i giorni”.

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Nona edizione: ecco i dieci titoli finalisti. Emanuele Trevi: “Un’annata ricchissima”. E Paolini annuncia l’artista che realizzerà il manifesto 2020: “Il maestro Fabio Inverni ci regalerà un’opera straordinaria”.

Ci sono i dieci titoli finalisti della nona edizione del Premio Sila ’49, quella del 2020, l’anno della pandemia, che però non ha fermato l’attività della direzione e della Giuria di uno dei premi letterari più antichi d’Italia.

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