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Premio Sila: ecco il bando 2022Featured

La Fondazione Premio Sila istituisce e bandisce il concorso per l’edizione 2022 del Premio Letterario “Premio Sila 49”.
Il Premio ha la caratteristica di privilegiare le opere e la letteratura attente alla realtà e di rilievo civile.

REGOLAMENTO

1. Il “Premio Sila 49” ha frequenza annuale ed è diviso in tre sezioni:
a) Letteratura;
b) Economia e Società;
c) “Sguardo da lontano”, dedicato a saggi e opere realizzati da autori stranieri o italiani che abbiano ad oggetto il Mezzogiorno, visto da una prospettiva esterna.

2. La giuria si riserva, inoltre, di anno in anno, la facoltà di assegnare premi speciali alla carriera e/o all’opera complessiva di autori che abbiano una significativa attinenza con i valori promossi dal Premio.

3. Per l’edizione 2022, possono concorrere al Premio le opere di autori edite nel periodo che va dal 1 giugno 2021 al 31 maggio 2022.

4. Le opere e le candidature devono pervenire, in quattordici copie, presso l’Agenzia di Spedizioni KIPOINT, Piazza Zumbini, snc – 87100 Cosenza, con la dicitura Concorso Premio Sila ’49 – 2022 – entro e non oltre le ore 12.00 del 15 giugno 2022, accompagnate da una lettera con l’indicazione della sezione cui si intende partecipare;

5. La Fondazione Premio Sila, al fine di assicurare il carattere partecipativo al concorso letterario, individuerà di anno in anno particolari categorie di lettori che forniranno alla giuria orientamenti, non vincolanti, in relazione alla rosa finale di cinque titoli che concorreranno per la sezione Letteratura al premio finale;

6. Per ciascuna delle sezioni del Premio la Giuria assegnerà dei riconoscimenti:
a) Sezione Letteratura: un premio da 5000 euro;
b) Sezione Economia e Società: un premio da 5000 euro;
c) Sezione “Sguardo da lontano”: un premio da 2500 euro;

7. La premiazione dei vincitori avrà luogo nell’autunno 2022. Condizione imprescindibile per l’attribuzione dei premi ai vincitori è la loro presenza alla cerimonia di premiazione.

8. Modifiche al presente regolamento possono essere apportate dal Consiglio d’Amministrazione della Fondazione Premio Sila.

Notizie

Marco Balzano, tra gli applausi del pubblico del Sila ’49, presenta il suo ultimo romanzo, Quando tornerò: «Una storia civile, per dare dignità ai milioni di donne che emigrano verso l’Occidente per prendersi cura di noi»Featured

Quattro volte finalista al Premio Sila ’49, Marco Balzano torna a Cosenza per presentare il suo ultimo romanzo, Quando tornerò, edito da Einaudi e incentrato sulla storia di Daniela – donna dell’Est, costretta a lasciare tutto per fare fortuna, ricoprendo il ruolo di badante, in Italia – e dei suoi figli, i cosiddetti orfani bianchi, che vivono quel dramma dell’abbandono sui cui molto spesso il mondo altro tace.

Dell’opera, non a caso nella decina 2021 del Sila, si è parlato ieri pomeriggio, sabato 16 ottobre, all’Officina delle Arti di Eduardo Tarsia, nel cuore, dunque, del centro storico bruzio. Introdotto dalla direttrice del Premio Gemma Cestari e incalzato dalle domande della docente di filosofia Viviana Andreotti e del giornalista e scrittore Pier Paolo De Salvo, Balzano ha raccontato al folto pubblico – presente in sala anche il presidente della Fondazione Premio Sila Enzo Paolini – i motivi sottesi a Quando tornerò, il percorso di scrittura intrapreso, i viaggi compiuti in Romania per poter meglio comprendere un fenomeno che riguarda tutti e non dovrebbe lasciare nessuno indifferente.

«Esiste un esercito di donne di cui non si parla mai; donne che sono indispensabili a che noi possiamo mantenere i ritmi di vita a cui siamo abituati, donne, milioni di donne, che si spostano dai Paesi meno ricchi verso l’Occidente per prendersi cura dei nostri cari, lasciando a se stesse le proprie famiglie – ha detto Balzano -. E il motivo per cui emigrano è principalmente quello di emancipare i loro figli, di dargli una speranza di futuro; nel farlo pagano un prezzo altissimo. La letteratura, pertanto, può aiutare a fare luce sul “dietro le quinte”, su storie di cui si discetta solo quando diventano casi di cronaca, oppure in maniera del tutto stereotipata».

Poi la discussione si è pure spostata sulle parole usate dall’autore per comporre il suo romanzo, parole che vengono pronunciate da Daniela, la madre, da Manuel, il figlio, e da Angelica, la primogenita, secondo un meccanismo corale, dove i diversi punti di vista si intrecciano, fornendo al lettore un quadro chiaro e completo sulla questione affrontata. «Ho raccontato una famiglia – ha dichiarato ancora Balzano -. Se Daniela una notte parte per Milano senza salutare nessuno, e lo fa solo per amore dei suoi figli, Manuel non la vede così, secondo lui la madre lo ha irrimediabilmente abbandonato. Il libro è quindi una scacchiera, si delineano quelle che sono le conseguenze delle azioni di tutti e il modo in cui vengono percepite dagli altri».

Libro che diventerà presto un film, «a cui – rivela Balzano al pubblico del Sila – sto lavorando insieme al regista e allo sceneggiatore». In ultimo, sempre riferendosi a quest’opera riguardante il prendersi cura, il desiderio di andare e di tornare, tra coraggio, nostalgia e senso di colpa, l’autore, prima di dedicarsi al firmacopie (moltissimi gli studenti partecipanti all’incontro), ha così concluso: «Con Quando tornerò volevo davvero dare un significato diverso alle parole, che sono importanti. Parlare di badanti, quasi in modo dispregiativo, non ci fa capire, umanamente, quale sia la loro storia. Quindi sì, da questo punto di vista, il mio libro è un romanzo a dimensione civile e politica».

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